Siccità. la Lombardia chiede lo stato di emergenza - Cronaca

Siccità. la Lombardia chiede lo stato di emergenza – Cronaca


La Lombardia ha inviato richiesta della dichiarazione dello stato di emergenza nazionale per la crisi idrica. “La situazione meteo idrologica del periodo novembre 2021/giugno 2022 – spiega il governatore Attilio Fontana – ha generato un deficit idrico generalizzato, che ha portato la Regione ad adottare specifiche misure”, per contenere gli effetti sulla popolazione e sul sistema agricolo. Per sostenere il comparto “è necessario e indifferibile – aggiunge Fontana – che le attuali erogazioni irrigue possano durare almeno fino al 15 luglio per non vanificare quanto fanno finora”.

La siccita’ assedia il centro Italia, sos agricoltura


“Da ieri è operativo l’accordo con il Trentino per cui arrivano questi 5 milioni di metri cubi di acqua in più, che contribuiscono a mettere in sicurezza quella parte del territorio che pesca dal lago di Idro che si stava abbassando in maniera preoccupante. Noi fino al 10 luglio andiamo avanti, oltre no”: lo ha detto il presidente lombardo Attilio Fontana parlando dell’emergenza siccità a margine dell’evento ‘Gli strumenti finanziari della politica di coesione per rafforzare la ripresa economica e territoriale’ al Pirellone.

 “Abbiamo fatto quello che si doveva fare con tutti i gestori dei bacini idroelettrici – ha aggiunto – se non piove la situazione è preoccupante”.  Ad ogni modo “per l’uso civico non abbiamo mai dichiarato che ci sono problemi”, però “bisogna usare l’acqua con più logica e non sprecarla”. Perché “se andiamo avanti così poi potrebbe succedere anche quello – ha concluso – ma per ora problemi per l’utilizzo potabile non ce ne sono”.  Una relazione sulla situazione attuale in Lombardia sarà inviata oggi al governo, “perché poi probabilmente lunedì l’esecutivo prenderà una decisione sullo stato di emergenza”, spiega Fontana, secondo cui in queste scelte “serve che si tenga conto di tutte le necessità, sia quelle legate all’uso civile sia quelle legate all’agricoltura e all’allevamento”. 

“Oggi manderemo al governo la relazione” sulla siccità “perché poi probabilmente lunedì l’esecutivo prenderà una decisione sullo stato di emergenza”. Però in queste scelte “serve che si tenga conto di tutte le necessità, sia quelle legate all’uso civile sia quelle legate all’agricoltura e all’allevamento”, ha annunciato Fontana aggiungendo che “bisogna utilizzare l’acqua che abbiamo in modo molto attento – ha concluso Fontana – per evitare che ci siano problemi per uno dei comparti”. 

Kompatscher  ‘Bisogna creare nuovi bacini e limitare gli sprechi “Abbiamo collaborato con responsabilità e solidarietà e lo abbiamo fatto spontaneamente, perchè siamo dell’idea che la nostra autonomia debba essere improntata a responsabilità e solidarietà, e continueremo a farlo nei limiti delle nostre disponibilità”, così il Governatore Arno Kompatscher sul tema della siccità e sui deflussi nell’Adige. Abbiamo prodotto energia nei fine settimana per garantire un flusso di acqua costante dell’Adige, anche se questo ci ha penalizzati da un punto di vista economico, perchè i prezzi per l’energia nel fine settimana sono inferiori. Abbiamo lavorato molto negli ultimi anni, abbiamo migliorato le forme di irrigazione per l’agricoltura, abbiamo creato bacini e dovremo realizzarne anche altri. E questo lo abbiamo fatto utilizzando i fondi dell’Unione europea”, ha continuato. “Chiediamo, però, che anche le altre regioni si attivino e che venga fatto di più, cercando di usare meglio i fondi europei”, così Kompatscher si è rivolto alle altre regioni, chiedendo decisioni che abbiano ripercussioni a lungo termine.

Vettorato, siamo in preallarme “Il Friuli e il Veneto sono in una grave situazione, noi siamo in preallarme”: lo ha detto l’assessore all’energia e ambiente Giuliano Vettorato in merito alla siccità in una conferenza stampa a Bolzano alla presenza del governatore Arno Kompatscher. “Da gennaio a maggio le precipitazioni sono state sotto la media, mentre a giugno, grazie ai temporali, abbiamo raggiunto un valore medio. In Alto Adige la zona siccitosa, da sempre, è la Val Venosta che ha precipitazioni più scarse rispetto al resto dell’Alto Adige. Molti investimenti sono già stati fatti, altri restano da fare”, ha detto Vettorato. “Le temperature molto alte e l’assenza di neve in inverno hanno fatto sì che ora il nostro recipiente naturale sia esiguo e che l’acqua ci viene dallo scioglimento dei ghiacciai”, ha concluso Vettorato amareggiato. Il Direttore dell’Ufficio provinciale competente, Flavio Ruffini, ha spiegato che lungo l’Adige sono tre le stazioni di misurazione del livello dell’acqua: a Bronzolo, a San Lorenzo nei pressi di Trento e l’ultima nei pressi del delta dell’Adige a Boara Pisani in Veneto. Attualmente si cerca di mantenere un deflusso nell’Adige di 80 m3/sec. a Boara Pisani, per far sì che il mare non risalga lungo l’Adige a discapito dell’agricoltura. A San Lorenzo si cerca di non andare sotto ad un deflusso di 140 m3/sec, per permettere al Veneto di prelevare acqua sufficiente per le colture. “Finora, producendo energia anche nei fine settimana, non siamo mai andati sotto a questi livelli. La collaborazione è buona e ogni due settimane facciamo il punto della situazione. Ma non va presa in considerazione solo la situazione attuale, ora devono essere fatte delle scelte per il futuro”, ha concluso Ruffini che si è anche chiesto se la produzione di certe colture – come il riso – abbia ancora senso, visto il cambiamento climatico. 

Anbi, a rischio agricoltura in Lombardia “Le piogge delle scorse ore non devono trarre in inganno: utili a ristorare il territorio, concedono solo qualche giorno di tregua alla grande siccità, che sta colpendo ampie zone del Paese. A rischio c’è anche la produzione agricola della Lombardia, regione leader per valore economico del settore primario”. Lo afferma Francesco Vincenzi, presidente Anbi, associazione nazionale dei consorzi per la gestione e la tutela del territorio che si riunirà in assemblea a Roma i prossimi 5 e 6 luglio. “Non solo – aggiunge Sandro Folli, presidente di Anbi Lombardia – senza l’irrigazione nelle campagne sarebbero compromessi gli equilibri ambientali dell’intera pianura, compresa la ricarica delle falde sotterranee. La priorità è salvare il primo raccolto e, pur mantenendo severe scelte di razionamento irriguo, è necessario continuare a disporre almeno delle attuali portate dai fiumi, nonostante siano largamente inferiori alle necessità delle colture”. Il direttore generale, Massimo Gargano, sottolinea come siano “inevitabili misure straordinarie come deroghe ai livelli di regolazione dei laghi, ma soprattutto la dichiarazione dello stato di emergenza nazionale con l’attivazione di una cabina di regia sotto il coordinamento, anche impositivo, della Protezione Civile”.

L’associazione cita comunque alcuni esempi virtuosi dai territori. Come il Consorzio di bonifica Pianura di Ferrara, che sta “riciclando l’acqua” grazie al lavoro di dieci pompe provvisorie che, associate allo spegnimento di alcuni impianti, reimmettono risorsa idrica nella rete di canali, altrimenti destinata a disperdersi in mare. L’Anbi si fa invece interprete della richiesta del territorio alla Regione Calabria per sbloccare l’autorizzazione d’uso delle acque, a fini irrigui e idroelettrici, dalla diga di Metramo al Consorzio di bonifica Tirreno Reggino, “che attende risposta dal 2015”.

Tonina, presto condivisione su acqua per lago d’Idro  “Abbiamo inviato una lettera al Ministero della transizione ecologica, alla Regione Lombardia, a Terna e a Hydro Dolomiti per il rilascio di cinque milioni di metri cubi di acqua dai serbatoi di malga Bissina e malga Boazzo nel lago d’Idro. Con il via libera da parte di Terna diventa tutto più facile: ci aspettiamo di trovare la condivisione entro la prossima settimana”. Lo ha detto all’ANSA il vicepresidente della Provincia autonoma di Trento, Mario Tonina. “Se avessimo rilasciato l’acqua a maggio, come richiesto da alcuni territori, ci saremmo trovati ora in una situazione ancora più grave. Invece, grazie alle riserve esistenti, possiamo esprimere la nostra solidarietà alle altre Regioni. Ricordo che abbiamo già rilasciato oltre 30 milioni di metri cubi d’acqua a favore del Veneto”, ha aggiunto Tonina, che ha anche chiesto al Governo investimenti anche in pianura per bacini di accumulo e sistemi di riduzione della dispersione d’acqua in agricoltura. La conferenza di servizi per il rilascio dell’acqua nel fiume Chiese è prevista per il prossimo 5 luglio.





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